ANNI DAL 222 al 336 URBANO I, romano (222-230) Anche in questo caso le notizie non sono abbondanti. Secondo il Liber Pontificalis , sarebbe nato a Roma durante l’impero di Diocleziano, mentre la sua elezione sarebbe avvenuta sotto l’impero di Alessandro Severo. Dopo i tumulti anticristiani ai quali non sopravvisse il suo predecessore, il suo pontificato fu relativamente tranquillo. La famiglia imperiale stessa, attraverso la volontà di Giulia Mamea, madre dell’imperatore, accolse assieme ai riti pagani anche quelli cristiani. Urbano venne particolarmente ricordato per la sua tenacia nel rivendicare le proprietà appartenenti alla chiesa, in particolar modo una causa civile contro un’associazione di ostie quindi il “DIO BACCO” a proposito della prprietà di un edificio adibito al culto cristiano. Urbano fu fatto assassinare dal prefetto Almenio il 19 maggio 230 (?), le sue spoglie furono sepolte nel cimitero di San Callisto (Cappella o Cripta Pontificia). Nel 862 papa Nicolò I inviò parte delle reliquie a Carlo il Calvo in quel di Auxerre dove fu venerato quale protettore dei viticultori. PONZIANO, romano (230-235) Nato a Roma, fu il primo papa ad avere una data certa del suo insediamento: il 21 luglio 230. Dopo alcuni periodi di tolleranza, “Massimo il Trace” divenne invece uno dei più acerrimi nemici del cristianesimo ed assassinato Alessandro Severo proseguì nelle epurazioni. Ad un certo punto Ponziano, vecchio e stanco preferì “abdicare” a favore di nuove energie e lasciare la Chiesa di Roma , piuttosto che farla sopprimere. Morì in esilio in Sardegna ( nda: deportato) , probabilmente per le sofferenze inflittegli. Le sue spoglie furono successivamente tumulate nella cripta papale di San Callisto in Roma da papa Fabiano. ANTERO, romano ( 235-236) Sostituì Ponziano per un brevissimo lasso di tempo, forse pochi mesi. Di origini greche, poco dopo la sua elezione al soglio pontificio fu messo a morte il 3 gennaio 236 (?) su ordine dell’ imperatore “Massimo il Trace”. La storia vuole che le sue spoglie siano state scoperte nel 1854, dove riposavano nel cimitero di San Callisto. Una riflessione brasiliana: “Santo Antero dedicou-se a colecionar e catalogar as atas dos mártires e, certamente, isto contribuiu para que muitas das preciosas histórias não se perdessem no tempo. Verdadeiros exemplos e forças motrizes que revigoram a fé, o exemplo dos mártires nos confirma que a terra é com razão chamada um vale de lágrimas. Lágrimas umedecem os olhos não só do crente, mas também do infiel. Para todos a vida é uma luta, ou na linguagem de Jó “uma guerra”. Para os infiéis, que tem os olhos voltados para a terra, mesmo que materialmente vitoriosa, esta guerra é quase sempre a perdição, a derrota; para os outros, esta guerra, sobretudo com as baixas causadas pelo martírio, a vitória, a salvação eterna. Santo Antero preservou o ensinamento destes Santos mártires que, pelo seu exemplo, nos indicam a postura a tomar na batalha: Olhos fixos para o alto, onde os espinhos, as quedas e as baixas, muitas vezes são necessariamente, inevitáveis”. FABIANO, romano (236-250) Festa il 20 gennaio. La leggenda vuole che una colomba bianca si sia posata sul capo di un pio agricoltore, mentre sul far della sera stava rientrando dalla campagna., come racconta Eusebio. (nda: Eusebio scrittore cristiano, nato nel 265 circa e considerato il fondatore della storia e della cultura cristiana scritta). Il 10 gennaio 236 Fabiano fu eletto papa. A Fabiano si deve una rivoluzione gerarchica della chiesa ad evoluzione piramidale, ovvero stabilì una filtrazione delle varie problematiche che, da allora in poi, sarebbero passate attraverso “ministri” assegnati allo scopo, scelti tra i sacerdoti del clero che ne avessero più titolo e merito. Fu così che nacquero i “cardinali” (incardinati: ossia coloro i quali ne avevano titulus per essere tali). Dopo l’elezione al soglio pontificio, durante l’impero di Filippo l’Arabo (244-249), Fabiano riuscì a riportare i cristiani sotto venti meno tumultuosi dal punto di vista delle persecuzioni, nel mentre dilagò la corruzione e la neo dissolutezza dei costumi. Con Decio imperatore (249-251) le cose cambiarono nuovamente e le persecuzioni si fecero nuovamente sentire in maniera estramamente pesante. Decio infatti, proclamò l’editto del libellus per il quale, ogni famiglia avrebbe dovuto “sacrificare” a favore delle “divinità pagane” in cambio di un certificato che attestava la propria appartenenza a Roma. I cristiani insorsero , molti si resero lapsi (nda: da lapsus= errore; e quindi si riconvertirono al paganesimo), altri fuggirono, altri ancora scelsero la strada del martirio. Le persecuzioni si diramorono velocemente, come sempre, in tutto l’impero: …da Roma ad Antiochia… da Antiochia a Cartagine . San Fabiano fu messo a morte il 20 gennaio del 250 e sepolto nella cripta di San Callisto. CORNELIO, romano (251-253) Nato a Roma da gens romana. Le persecuzioni violentissime di Decio impedirono l’immediata successione al soglio di Pietro, pertanto ci fu più di un anno di vacatio. La chiesa cristiana fu quasi allo sbando e governata quasi esclusivamente da presbiteri e diaconi ( nda: presbitero = prete, probabilmente vescovo dell’antichità; diacono = colui che può impartire tutti i sacramenti ma, non può svolgere le funzioni eucaristiche della messa) Cornelio fu eletto pontefice sotto una gragnuola di colpi inferti al cristianesimo sia dall’esterno che dall’interno della chiesa. I primi dovuti al clima persecutorio di Decio imperatore, i secondi da San Cipriano (vescovo di Cartagine) e da Novaziano (autoproclamatosi papa). Nel 252 Cornelio fu esiliato dal nuovo imperatore Treboniasno Gallo. Morì di morte naturale e le sue spoglie furono trasportate nel cimitero di San Callisto solo successivamente, dalla matrona Lucina. LUCIO I, romano (253-254) Assurse al soglio pontificale il 25 giugno del 253, pochi giorni dopo la morte del suo predecessore Cornelio. Non è dato sapere come ma nostante il suo brevissimo pontificato riuscì ad emanare il decreto per il quale: … ogni presbitero doveva essere accompagnato da due preti e tre diaconi… a testimonianza del comportamento di tutti. Il suo papato, dopo la morte dell’imperatore Treboniano Gallo e l’ evento di Valeriano, fu da considerarsi abbastanza tranquillo sul fronte delle persecuzioni. Dopo un breve esilio a Lucio fu concesso di ritornare a Roma. Morì di morte naturale e fu sepolto nella cripta di san Callisto o forse di santa Cecilia. Dapprima dichiarato santo per il suo martirio, Lucio fu successivamente cancellato dal Calendario Universale della Chiesa. STEFANO I, romano (254-257) Appartenente ad una nobilte famiglia romana da tempo convertita al cristianesimo, preposto ad una delle sette diaconie create da papa Fabiano, fu eletto il 12 maggio, presso il cimitero di San Callisto, da presuli e diaconi che ne “avevano titolo”, in rappresentanza di tutti i fedeli. Il suo papato, nei primi due anni trascorse relativamente tranquillo dal punto di vista dei rapporti stato-chiesa. Non fu così durante l’ultimo anno quando l’imperatore Valeriano, sobillato da un suo famigliare, si convinse che i cristianI stavano tentando di accapparrarsi beni dell’impero. Il senato emanò un editto imperiale di persecuzione contro tutte le gerarchie eclesiastiche imponendo alla cittadinanza di riconoscere tutte le divinità pagane e di poter eventualmente esercitare anche il culto cristiano solo in privato. Mentre sul fronte interno, Stefano si dovette scontrare sul terreno del diritto canonico, a proposito di un nuovo battesimo per coloro i quali a seguito di adesioni a dottrine diverse o a “eresie“, fossero stati messi al bando dalle comunità cristiane aderenti alla dottrina di Roma. Mentre Stefano e la chiesa romana asserivano la benevolenza di Cristo, il vescovo Cipriano di Cartagine asseriva esattamente l’opposto. Il papa morì il 2 agosto del 257 mentre stava officiando la messa, decapitato dai pretoriani dell’imperatore. Le spoglie furono dapprima sepolte nella cripta dei papi del cimitero di San Callisto, nel 761 traslate a San Sivestro in Capite ed infine, nel 1682, definitivamente deposte presso la chiesa dei cavalieri Stefanini in Pisa, non senza che molte reliqui siano andate in molte altre chiese. Festeggiato il 26 dicembre come protomartire. SISTO II, greco (257-258) Nato in Grecia, fu definito dal biografo Cipriano ” un buon sacerdote amante della pace”, nonostante le persecuzioni dell’imperatore Valeriano continuassero ad imperversare. Fu eletto il 30 agosto 257. Nel 258 Valeriano, attraverso un editto, obbligò i cristiani ad abiurare la propria religione pena la confisca dei beni e la pena capitale mediante decapitazione. Sisto II fu sorpreso mentre stava celebrando il rito della Santa Messa, il 6 agosto dello stesso anno. Trascinato in giudizio fu condannato al supplizio. La condanna fu eseguita il 10 agosto, seduto sulla sedia definita “soglio pontificio”. La sedia fu poi sistemata, in memoria, nella sepoltura della cripta papale di san Callisto. Ma oltre alla persecuzione imperiale Sisto II dovette combattere contro un’ulteriore recrudescenza dell’ eresia monarchianistica : quella di “Sabellio“, già scomunicato da papa Callisto. DIONIGI (DIONISIO), ignota (259-268) Le origini di questo papa non sono affatto certe, il libro pontificalis lo accredita nel periodo in epigrafe, mentre altre fonti lo insediano dal 261 al 272. Semplice prete di origini sconosciute per la prima tesi, di nobile famiglia proveniente dalla “Magna Grecia”, per la seconda. Sicuramente però vi fu una “vacatio” sulla cattedra di Pietro. Con la morte di Valeriano (260), nella guerra contro la Persia di re Sàpore, il figlio Gallieno, suo successore si dimostrò di idee diverse, nei confronti della cristianità. Tutti gli editti contro i cristiani furono aboliti, probabilmente per il contributo militare nei confronti della Persia. Se da un lato, Dionisio, riuscì a rimediare nei rapporti con lo Stato. Così non si può dire sul fronte interno e le continue lotte contro le eresie antievangeliche, per le quali rimase un convinto oppositore. La più importante eresia con la quale si dovette confrontare fu quella del vescovo di Antiochia : Paolo di Samosata, per la quale fu messa in discussione la SACRA TRINITA’. L’ “apostata” sosteneva infatti l’idea di un ” Cristo divenuto DIO progressivamente e per adozione”. Contro Paolo Samosata si mosse, due anni dopo, l’impero di Roma con l’imperatore Aureliano che sconfisse la regina Zenobia ed il clero di Antiochia (nda: non è dato sapere i motivi che indussero ad appoggiare i cristiani di Roma… ma possono ben essere intuiti!). Dionisio morì il 26 dicembre 268, dopo tre concili tesi ad esautorare il vescovo antagonista. Fu sepolto nella cripta del cimitero di San Callisto. San Dionisio viene festeggiato in concomitanza con Santo Stefano il 26 dicembre. FELICE I, romano (269-274) Probabilmente di origine romana, salì il soglio il 5 gennaio 269, durante l’impero di Aureliano. Di questo pontefice non si conosce quasi nulla. Gli venne attribuita una lettera inviata a Massimo, vescovo di Alessandria per puntualizzare il dogma della Santissima Trinità, contro l’eresia di Paolo Samosate condannato con il concilio di Antiochia e ripresa durante il concilio di Efeso del 431: “…Crediamo che nostro Signore Gesù Cristo nato da Maria sia il VERBO, Figlio eterno di Dio e, non uomo diverso da Dio elevato da Dio stesso a questo onore. Il Figlio di Dio non ha scelto un uomo per l’incarnazione, non vi sono due persone in Cristo. Il Verbo, Dio perfetto si è incarnato nel seno di Maria e si è fatto uomo”. Felice morì il 30 dicembre del 274 e fu sepolto, secondo San Cirillo, nello stesso cimitero da egli stesso voluto. EUTICHIANO, di Luni (275-283) Nei primi anni del cristianesimo le notizie tramandate furono abbastanza confuse così come nel caso di Eutichiano. Secondo il Liber Pontificalis (citato da Rendina) sarebbe nato nell’ antico centro etrusco di Luni, situato sulla via Aurelia (attuale cittadina in provincia di La Spezia con sbocco nell’omonimo golfo). Eletto il 4 gennaio 275 quand’era imperatore Aureliano, trascorse il suo pontificato sotto Probo e morì il 7 dicembre 283 sotto l’impero di Diocleziano. Le sue spoglie furono deposte nel cimitero di San Callisto e nel 1659 traslate nella cattedrale gotica di Sarzana, ove vi fu eretta una statua marmorea. Non sembra sia più iscritto nel calendario universale dei santi, così come non venne tramandato il suo martirio. CAIO, dalmato (283-296) La leggenda vuole che Caio fosse nato nell’ antica città dalmata di Salona (nda: attuale Solin a circa 5 km, NE di Spalato), da nobile famiglia romana imparentata con l’imperatore Diocleziano. Fu consacrato papa il 17 dicembre 283. Comunque, durante il suo pontificato le repressioni anticristiane furono di gran lunga attenuate. Vi furono concessioni per la costruzione di nuove chiese e l’ampliamento dei cimiteri. Nel contempo sul “fronte interno” si moltiplicarono le eresie. L’ultima in ordine cronologico fu quella di “Mitra” ( nda: eresia di tipo manicheistico, di provenienza asiatica, per la quale Dio assumeva in se la contrapposizione celeste della luce e delle tenebre). Morì il 22 aprile del 296. Contrastata è la sua santificazione ed il suo martirio, anche per il fatto che Diocleziano scatenò le persecuzioni solo nel 303. Le sue spoglie furono deposte prima nel cimitero di San Callisto, nel 1631 in quella che fu la sua casa in Roma e trasformata in chiesa. Nel 1880, quando la chiesa fu demolita per costruirvi il “Ministero della Guerra” di via XX settembre, le reliquie furono traslate nella cappella della famiglia Barberini. MARCELLINO, romano (296-304) Nato a Roma, figlio di “Proietto“. Nella liturgia cattolica fu sempre ricordato come una persona molto devota, pia e casta. La figura di Marcellino fu ampiamente lodata da sant’ Agostino, anche se cronologicamente molto postuma.(nda: questo però sta a significare una continua tramandazione degli atti, delle tradizioni di culto e soprattutto della continuità sia di fede che del potere temporale intrinseco al movimento cristiano.) Sempre secondo la tradizione, Marcellino fu incoronato “rex cristianorum” e vescovo di Roma il 30 giugno 296. Gli inizi del suo pontificato furono gratificati dalla “pax” instaurata con l’imperatore dal suo predecessore Caio. Marcellino potè dedicarsi alla comunità nella sua interezza avendo soprattutto cura delle famiglie più bisognose. Indirizzò l’ecumenismo ed il proselitismo cristiano verso quegli approdi dettati dalla fede. Nel mentre la questione politica imperiale stava assumendo una connotazione diversa dal punto di vista politico. Diocleziano materialmente impossibilitato a governare l’impero per come era stato conquistato, Attraverso il senato fu stabilita una “tretrarchia” per la quale, gli aggravi di governo furono suddivisi in tre diverse funzioni di governo. Diocleziano a capo dell’impero d’oriente, Galerio governatore di Roma e Massimiano governatore dell’ impero nord occidentale. Fu il tetrarca Galerio, anticristiano per antonomasia, ad iniziare la cosidetta “nona persecuzione” anticristiana, con la scusa dell’invadenza cristiana sulle terre imperiali. Dopo l’incontro a Nicomedia (nda: cittadina situata nel mar di Marmara, nella ex provincia romana di Bitinia- odierna Izmit), Galerio riuscì a convincere Diocleziano a ritornare al paganesimo e perseguire tutti i dissidenti. Il 23 febbraio 303 fu incendiata la chiesa di Nicomedia. I cristiani, in risposta incendiarono il palazzo imperiale ed in conseguenza il pugno di ferro. Le milizie romane distrussero quasi tutto. I beni confiscati e migliaia di persone furono condannate a morte. Fu addirittura massacrata l’ intera “legione tebea”, formata esclusivamente da cristiani. ( nda: si pensi che all’epoca non vi erano miliardi di individui, ma solo poche centinaia di migliaia, nel mondo conosciuto). Marcellino fu decapitato per ordine dello stesso imperatore Diocleziano, il 25 ottobre 304 e le sue spoglie deposte nel cimitero di Priscilla. MARCELLO I, romano (308-309) Dopo quattro anni di “vacatio ” al soglio pontifificio fu consacrato Marcello I. Le prsecuzioni anticristiane e le diaspore furono tante e tali da non consentire un comune intento di volere una unica figura “super partes “. Marcello fu eletto il 27 maggio del 308, quando imperava Massenzio e dallo stesso fatto uccidere il 16 gennaio del 309. La persecuzione anticristiana si stava però esaurendo.(nda: probabilmnente la morte di Marcello non fu dovuta tanto all’anticristianesimo imperiale, quanto a diatribe interne al cristianesimo stesso). La salma fu deposta nel cimitero di Priscilla. Santificato, Marcello I protomartire viene ancor oggi festeggiato il 16 di gennaio. EUSEBIO, greco (309-309) Dopo la morte di Marcello fu eletto al soglio pontificio Eusebio di famiglia greca. Probabilmente uno dei papati più brevi nella storia dei pontefici: dal 18 aprile al 17 agosto dello stesso anno. Le persecuzioni di Massenzio non diedero tregua ai cristiani e …“le vite umane caddero come spighe di grano sotto la falce…” Nonostante le persecuzioni “statali” però, i cristiani non si specchiarono in una loro chiara identità. Ancora molte furono le polemiche eretiche ed i tumulti di piazza che alimentarono le repressioni di Massenzio. Eusebio, quale rappresentante del “disordine pubblico” fu immediatamente esiliato in Sicilia, dove morì. Successivamente le spoglie furono traslate nel cimitero di San Callisto… ma non sembra siano state deposte nella cripta papale. (nda: probabilmente disperse). Sant’ Eusebio papa viene festeggiato il 26 settembre. Melchiade (Milziade) Iberico (311-314) Prete di famiglia iberica (nda: proveniente quindi dalla penisola Iberica, attuale Spagna o Portogallo), fu eletto vescovo di Roma il 2 luglio 311, due anni dopo la morte del suo predecessore Eusebio. L’occasione non fu fortuita ma determinata dalle mutate circostanze politiche. Infatti…l’impero romano tetrarca, ormai purtroppo, diviso in due tronconi si stava dissolvendo. Da una parte l’ impero orientale con Galerio e Massimino Daia, dall’altra, l’impero d’ occidente con Massenzio e Costantino. Lasciato da una parte l’impero d’oriente, la storia vuole che Costantino sotto i labari dello “Acheropoyetos” (nda: Acheropita = dipinto senza l’intervento delle mani dell’ uomo “ovvero la stessa figura che si ritrova impressa sul lenzuolo della “Sacra Sindone” , ovvero le insegne della croce e del volto di Cristo), abbia sconfitto a Ponte Milvio ( 28 ottobre 312) le legioni anticristiane di Massenzio. “Acheropita” ( dipinto iconografico del XV secolo) Da qui in poi la storia dei cristiani avrà sviluppi completamente diversi. Non sarà papa Melchiade a passare alla storia ma, l’imperatore COSTANTINO il quale riuscì a radunare, in qualche maniera, le torme di cristiani ormai mal disposti a sopportare le oppressioni e le angherie. Sotto le insegne ” IN HOC SIGNUS VINCIT” i cristiani vinsero contro il resto di quel che ormai rappresentava lo sfacelo imperiale tetrarchico. Ad onor del vero, Costantino, diversamente da quanto si vuol credere… non fu un fervido cristiano ma, più semplicemete un opportunista che riuscì ad utilizzae in maniera molto pragmatica un movimento popolare in continua crescita: Un movimento, senza molte pretese dal punto di vista politico, che si accontentava dei benefici derivati da lasciti o prebende e che, almeno in apparenza rivendicava semplicemente la libertà di culto religioso. Costantino, completamente preso dall’ingranaggio cristiano, non riuscirà mai più ad uscirne e papa Melchiade opportunista più dell’imperatore ne approffitterà sino alla determinazione di far intervenire le milizie imperiale in contrasti interni al movimento cristiano: Donato vescovo di Cartagine, fu deposto a favore di Ceciliano. Melchiade morì il giorno 11 gennaio del 314, fu l’ultimo papa ad essere sepolto nella cripta papale di San Callisto. SILVESTRO I, romano (314-335) Figlio di San Rufino e Santa Giusta, nato a Roma. Salì al soglio pontificio il 31 gennaio 314. Con beneficio d’inventario, il suo onomastico fu spostato al 1° di gennaio con la riforma del calendario Gregoriano. Ma viene ancor oggi ricordato per quest’ultima questione che, in fondo, rappresenta pur sempre il primo santo dell’anno. Nei fatti la figura di Silvestro fu letteralmente offuscata, come del resto quella suo predecessore, dall’imperatore Costantino il quale, non può essere considerato ancor oggi come il padrre putativo del cristianesimo. L’ analisi storica insegna diversamente: in realtà, Costantino fu solo un grande mistificatore ed un opportunista senza eguali. Trovatosi scoperto nei confronti di Massenzio, riuscì ad allineare alcune legioni formate esclusivamente da cristiani i quali, piuttosto che sacrificare la propria vita nei circhi e nelle arene, preferirono battersi in battaglia, comunque, contro un nemico dichiarato ed a sconfiggerlo a “Ponte Milvio”.(nda: … che fossero truppe scelte?… beh… sicuramente non degli sprovveduti, considerato l’ambiente dove erano costretti a muoversi). La leggenda vuole che dopo una tentata persecuzione , Costantino si fosse ammalato di lebbra e consigliato da sacerdoti pagani fece compiere innumerevoli sacrifici di bambini innocenti per lavare con il loro sangue le proprie piaghe. Il pianto delle loro madri riuscì a ricondurre Silvestro al suo capezzale e guarirlo con un miracolo. Solo allora, l’imperatore convinto della potenza dei poteri cristiani, si risolse a promulgare gli editti contro le persecuzioni cristiane (nda: la leggenda vuole che, più o meno così, si sia risolta anche la diaspora egiziana del popolo ebraico, quando il faraone fu colpito nella propria persona, attraverso la morte del figlio, voluta da Dio attraverso Mosè). Anche la prima chiesa dedicata a San Pietro, a quel punto sembra sia stata voluta dall’ imperatore, costruita sopra un preesistente tempio di Apollo. Nel mentre sul fronte interno cristiano si stava alimentando una nuova eresia: quella di ARIO che riprese quella manicheista e monarchiana, per la quale il Figlio di Dio, ovvero il Cristo fosse semplicemente stato adottato da Dio stesso, anzichè la stessa incarnazione. Mettendo così in discussione la Santa Trinità e negando di fatto la divinità del Gesù di Nazareth. Non fu San Silvestro papa a convocare i trecento vescovi per il concilio di NICEA (a.d. 325) ma Costantino, così come fu attraverso Costantino che fu condannato l “‘arianesimo“. Le diatribe tra chiesa d’oriente della quale ormai si sentì a capo l’imperatore, in contrasto con una Roma completamete decadente, fecero propendere Costantino per una nuova sede imperiale ed episcopale: COSTANTINOPOLI, era il giorno 11 maggio del 330. Nel 335 l’imperatore convocò il concilio di TIRO, per intercessione di Atanasio, vescovo di Alessandria d’ Egitto il quale chiedeva la riammissione di Ario. per tutta risposta Costantino, durante il concilio, fece deporre Atanasio, senza nemmeno informare il pontefice. San Silvestro, il guaritore di Costantino, morì il 31 dicembre dello stesso anno e fu sepolto nel cimitero di Priscilla. Le spoglie furono fatte successivamente traslare nella chiesa di San Silvestro in Capite, da papa |
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