San Luca

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Il santuario della Madonna di San Luca, svetta sul colle della Guardia a 289 metri sul livell del mare.
La sua origine si fa risalire al 30 luglio 1192 (al primo documento autentico fino ad oggi pervenutoci).Legata ad un eremo femminile voluto dalla giovane bolognese Angelica Bonfantini, figlia di Claide e Bologna, fu edificato su un terreno di proprietà della famiglia.Il papa Clemente III inviò ad Angelica la prima pietra della chiesetta,
la pose il vescovo Gherardo da Gilsa il 25 Maggio 1194. Quando muore Angelica nel 1244, la sua comunità si trasforma in monastero femminile.
Nel 1481, quando le processioni in città della Madonna sono ormai una consuetudine,
viene costruito un primo piccolo Santuario sul colleIn seguito per sette volte Angelica dovette recarsi a Roma dal papa, per difendersi delle ingerenze dei canonici di Santa Maria di Reno che avanzavano pretese sulla chiesetta e l’eremo, rifiutando di accettare il patronato laicale della famiglia di Angelica.
Il papa difese le intenzioni di Angelica ponendo sotto la sua diretta protezione il monte della Guardia.

Quando muore Angelica nel 1244, la sua comunità si trasforma in monastero femminile. Nel 1481, quando le processioni in città della Madonna sono ormai una consuetudine, viene costruito un primo piccolo Santuario sul colle (foto a sinistra) di cui restano svariati disegni.

L’immagine venerata è la stessa oggi custodita all’interno del Santuario e nota con il nome di Madonna di San Luca.
La leggenda sull’antica icona bizantina portata a Bologna dall’eremita greco è ricostruita da Graziolo Accarisi verso il 1459 (mentre il suo nome – Teocle Kamnia – è un’ invenzione successiva del Baroni). La venerazione dell’immagine della Madonna divenne un fatto collettivo per la cittadinanza dal 1433, quando – racconta l’Accarisi, il patrocinatore dell’idea presso il Consiglio degli Anziani – fu portata per la prima volta in città. Quel giorno la Vergine, implorata di arrestare la pioggia incessante da mesi, immediatamente riportò il sole a Bologna.
Ma la processione della Madonna in città è legata anche ad eventi storici.

Si narra del 1302, quando in occasione della discesa di Carlo di Valois in Italia, alcuni notabili bolognesi intendevano consegnare la città mentre altri volevano mantenere la libertà comunale, allora fu invocata la protezione della Madonna di San Luca trasportandola in città alla chiesa dell’Ospedale della morte (ma oggi si tende ad escludere questa ed altre traslazioni precedenti il 1433, perchè divulgate da una storiografia postuma e priva di riscontri documentati).
La vittoria sui Visconti del 1443, dei cristiani sui turchi (a Belgrado) del 1456, la morte di Maometto II nel 1481, la ritirata dei francesi nel 1510, fino alla liberazione di Bologna nel 1945: sono state tutte occasioni per una discesa “straordinaria” della Madonna in città.
Ma anche le avversità erano motivo di viaggi straordinari: sembra si invocasse la protezione della Vergine nel 1365 (anno infausto che contò un terremoto, nubifragi ed una pestilenza), ancora per maltempo nel 1434 e contro la peste nel 1438 e 1439. Si sa che scese fuori stagione per terremoto nel 1457 e nel 1505, per carestia nel 1474, delle piogge nel 1534, un altro terremoto nel 1579.

Altre vicende s’intrecciano con la devozione alla Madonna di San Luca.
Nel 1637 le monache di S.Mattia, custodi della chiesa, iniziano un programma edilizio per rilanciare l’attenzione verso il Santuario, ebbero così inizio le prime riparazioni del sentiero che conduce al monte. La vicaria Olimpia Toccaferri viste le difficoltà economiche per adempiere a tale progetto, chiese l’aiuto dei bolognesi. La stessa vicaria promosse la costruzione di quindici cappelle a distanza eguale l’una dall’altra (esiste un progetto datato 1640), che simboleggiano i Misteri del Rosario. Pare che già la devozione popolare avesse creato delle “stazioni” lungo il percorso, forse semplicemente alberi cui erano attaccate immagini o altro.

Si arriva così al 1655, anno in cui molti cittadini propongono al Senato bolognese di costruire un portico che conducesse fin sulla cima del monte della Guardia.
Il progetto era del perito pubblico Camillo Saccenti, ma la spesa richiesta al comune fece inizialmente desistere dall’impresa.
La soluzione per coprire le spese arrivò nel 1673 e, dopo varie consultazioni, nel 28 aprile 1674 il Senato concedette l’autorizzazione all’edificazione del portico, ma il costo dell’enorme progetto sarà interamente coperto dalle offerte dei cittadini.

Fu il canonico modenese Ludovico Generoli (o Zeneroli) a organizzare la prima catena di offerte. La data dell’inizio dei lavori è il 28 Giugno 1674: fu posta la prima pietra in corrispondenza dell’attuale arco n.132 (nei pressi di Via Turati).
I primi trecento archi, che dalla Porta conducono al Meloncello, furono compiuti nel 1676 (sotto la guida dell’architetto Gian Giacomo Monti).
Lo stesso 1676 si cominciò il tratto montano. Le difficoltà nel trasporto dei materiali lungo la salita, si risolsero ricorrendo a un cordone umano: tutta la città fu chiamata a partecipare a questo passamano. Era il 17 Ottobre 1677.
Il portico fu ultimato nel 1715 (a parte l’ultimissimo e più erto tratto sulla scalinata finale edificato solo nel 1718-20), seguendo le varianti dei nuovi progetti di Giuseppe Antonio Torri e Giovanni Antonio Conti. Il collegamento tra il portico in collina e quello in pianura si compì con la costruzione dell’arco del Meloncello nel 1732 – 33, progettato (pare su un’idea di Francesco Bibiena) da Carlo Francesco Dotti; l’opera fu offerta dalla famiglia senatoria Monti.

Il porticato di oltre tre chilometri che da Porta Saragozza conduce fino al Santuario della Madonna di San Luca, è ancora oggi il più lungo del mondo. Si contano 666 archi che uniscono la devozione dei cittadini alla Madonna della Guardia.
Questa opera è stata fatta da tutti i bolognesi: nobili e popolani, ecclesiastici e laici, in proprio o come membri di associazioni e corporazioni, tutti contribuirono alle spese per la costruzione del portico, come testimoniano i nomi e gli stemmi che ancora oggi si vedono sotto gli archi.

Per ultimo si ricostruì il Santuario. Quello che oggi fa da perno sulla cima del monte alle volute sottostanti del porticato (magnifico esempio del coinvolgimento di cui è capace il Barocco), ha avuto la sua prima pietra nel 1723 ed è stato terminato in tutte le sue parti, nel 1774 – 75 su progetto di Carlo Francesco Dotti. Le spese si sostennero ancora grazie alle offerte dei privati cittadini bolognesi. Questo edificio a pianta centrale, fu anticipatamente consacrato a nuovo tempio: il 25 Marzo 1765 dall’arcivescovo di Bologna Vincenzo Malvezzi.

Il piazzale antistante il Santuario è opera ancora successiva, la sistemazione si completò verso il 1950.

In conclusione si hanno almeno tre costruzioni che si sono sovrapposte l’una sull’altra, a partire dall’eremo voluto da Angelica; come testimoniano le piante pervenute.